L'arte di arrangiarsi

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L'arte di arrangiarsi
Rosario sposa Mariuccia per mero interesse economico
Paese di produzioneItalia
Anno1954
Durata95 minuti
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaLuigi Zampa
SoggettoVitaliano Brancati
SceneggiaturaVitaliano Brancati
Produttore esecutivoGianni Hecht Lucari
Casa di produzioneDocumento Film
Distribuzione in italianoCei-Incom
FotografiaMarco Scarpelli
MontaggioEraldo Da Roma
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaMario Chiari, Mario Garbuglia
CostumiPiero Tosi
TruccoFranco Freda
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

L'arte di arrangiarsi è un film commedia del 1954 diretto da Luigi Zampa.

Rappresenta l'ultima parte di una trilogia ideata e sceneggiata da Vitaliano Brancati, i cui altri due titoli sono Anni difficili (1948) e Anni facili (1953).[1]

È stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.[2]

Alberto Sordi, Elli Parvo e Franco Coop in una scena del film

Rosario Scimoni, un opportunista senza scrupoli, nipote del sindaco di Catania, è sempre pronto a schierarsi con chiunque possa aiutarlo. Passa dal socialismo al fascismo con apparente cinismo; cambia fede politica con la stessa facilità con cui "cambia" le donne con cui esce.

Dopo essere stato braccio destro di un onorevole e amministratore delegato di mulini, nel dopoguerra arriva a Roma e tenta di girare un film, dapprima cercando l'appoggio dei comunisti, e con la vittoria dei democristiani è costretto a cambiare la sceneggiatura.

Gaetano Verna in una scena del film davanti al San Pietro

Il film religioso, con protagonista l'ennesima fidanzata, è finanziato con i capitali di un duca il quale, convinto di finanziare le missioni estere, non appena scopre la verità lo fa arrestare e condannare a cinque anni di carcere. Una volta uscito, Rosario tenta di fondare un partito proprio, ma alle elezioni prende pochissimi voti e si riduce alla fine a vendere lamette da barba con la sua nuova compagna.

Le riprese del film si svolsero tra Catania, come alla Chiesa di San Nicolò l'Arena, e Roma, come alla Basilica di San Pietro, allo Stadio dei Marmi, nella Farnesina.[3]

Distribuzione

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Il film venne iscritto al Pubblico registro cinematografico con il n. 1.512. Presentato il 25 novembre 1954 alla Commissione di Revisione Cinematografica, presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, ottenne il visto di censura n. 17.853 il 22 dicembre 1954 con una lunghezza dichiarata di 2.600 metri ed effettiva di 2.598 metri, ad alcune condizioni: che fosse eliminata l'espressione "di eloquio scurrile" come "puttaniere" nel colloquio tra Rosario e il Duca; che fosse eliminato l'accenno al Vaticano nel colloquio tra il Duca e Santucci; inoltre, che venisse tolta l'espressione "un consigliere delle minoranze" nonché quella di "alto funzionario".[4]

Dopo queste modifiche il film poté circolare liberamente: ebbe la sua prima proiezione pubblica nelle sale cinematografiche italiane il 29 dicembre 1954; fu proiettato all'estero soltanto in Germania, col titolo Kanaille von Catania il 21 settembre 1956; in Francia non venne mai proiettato nelle sale, arrivando direttamente alla programmazione televisiva soltanto il 3 ottobre 2010 con il titolo L'art de se débrouiller.[5]

La pellicola fu pubblicata in DVD dalla Medusa Video.[6]

In Italia il film arrivò a incassare circa 257.700.000 di lire.

«L'arte di arrangiarsi è l'ultimo copione a cui lavorò il compianto scrittore Vitaliano Brancati. Interpretato e dominato da un Alberto Sordi in pienissima forma, è il ritratto e la storia, di timbro prettamente brancatiano, cioè satirico, di uno dei tanti voltagabbana, versipelle, opportunisti o come altro li volete chiamare, che hanno fatto i loro giochi di destrezza in questo ultimo e tempestoso scorcio di storia nazionale. Luigi Zampa ha diretto con polso e il film è riuscito festevole e mordace.»

«[...] Il titolo sottolinea l'aspetto di fondo del film, che è una satira di una particolare mentalità e di un particolare costume sociale, e che si svolge sullo sfondo di una società in cui l'opportunismo, la prepotenza e l'inganno sono gli unici mezzi per sopravvivere. Purtroppo il film non sviluppa tutte le indicazioni satiriche del testo, e spesso si limita ad una comicità bonaria e di maniera [...].»

«[...] Due elementi accomunano i successivi tre film, Anni difficili (1948), Anni facili (1953) e L'arte di arrangiarsi (1954): il soggetto di Vitaliano Brancati e una continuità di analisi che, partendo dal periodo fascista (per il primo film ci fu addirittura un'interpellanza parlamentare), passa attraverso il malgoverno democristiano degli anni '50 per arrivare alla rappresentazione dell'opportunismo come «elemento di sopravvivenza» nel dopoguerra italiano.»

  1. ^ MYmovies.it, L'arte di arrangiarsi, su MYmovies.it. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  2. ^ Rete degli Spettatori, su retedeglispettatori.it. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  3. ^ www.davinotti.com, https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/l-arte-di-arrangiarsi/50000223. URL consultato il 22 dicembre 2022.
  4. ^ Come si può evincere dal documento originale del visto di censura tratto dal sito Italia Taglia.
  5. ^ Come si evince dalla pagina delle uscite all'estero tratta dal sito IMDB.
  6. ^ Come si evince da questa pagina tratta dal sito della rivista FilmTv.it
  7. ^ Anonimo, L'arte di arrangiarsi, recensione, in La Stampa, 3 marzo 1955, p. 6. URL consultato il 16 gennaio 2014.
  • Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema italiano. Dall'inizio del secolo a oggi i film che hanno segnato la storia del nostro cinema, Roma, Editori Riuniti, 1995, ISBN 88-359-4008-7.

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